Una giornata in bici per godermi il sole (anche troppo) e il verde del territorio comunale in un caldo pomeriggio domenicale del 22 agosto 2010: era appena ieri. Sono molto accaldato e arso dalla calura estiva dopo la lunga e faticosa pedalata, quindi mi appresto a trovare un po’ di refrigerio nella nota fontana dei tre “piscioli” (zampilli) del rione inferiore. La mia sorpresa è alquanto sgradita quando tutto intorno noto rifiuti abbandonati nella folta vegetazione incolta e un pantano d’acqua che mi scoraggia solo dall’avvicinarmi alla fontana per bagnare la fronte. Date un’occhiata alle foto. Mi sovviene che poco prima ero passato nei pressi del Parco Carroso (meglio conosciuto come “vincolato”) dove avevo effettuato una sosta per riprendere fiato e rinfrescarmi all’ombra ma dal quale ero fuggito di corsa per il fetore dei rifiuti che proprio lì avevo avvertito; quindi ripercorro il centinaio di metri che lo separa dalla fontana e metto a fuoco questo spettacolo desolante e degradante di cui l’amministrazione comunale non si è affatto curata, più attenta invece ai bisogni dei commercianti che in nome del denaro si sentono autorizzati a tutto, anche a fare scempio di un patrimonio pubblico e di alto valore come è quello della natura. Vedo bidoni semiaperti da cui fuoriesce il tanfo e sacchetti di plastica colmi d’immondizia sul selciato dei quali non si sono nemmeno presi la briga d’infilare dentro. Mi meraviglia il fatto che i cartoni per l’imballaggio non solo non siano stati ripiegati per consentire un utilizzo efficiente della capienza dei bidoni, ormai in disuso alla maggior parte delle abitazioni civili per via della raccolta differenziata porta a porta, ma che non siano stati neppure smaltiti separatamente per effettuarne il riciclo: sfido che poi i bidoni siano sempre pieni! A questo punto mi chiedo perché i comuni cittadini devono differenziare i rifiuti, come è giusto che sia, e i commercianti no (?!?)… mistero! Paradossalmente proprio le attività commerciali che producono un maggior quantitativo di rifiuti non li differenziano. Quest’attenzione per l’ambiente da parte dell’amministrazione comunale mi pare di facciata e finalizzata solo agli interessi di chi poi li deve smaltire e di pochi commercianti. A proposito, qualche cittadino lauriota ha ricevuto per caso la tanto propagandata tessera di raccolta punti per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti? È stata fatta chiarezza sull’orario di apertura del deposito (affisso poi sul cancello) solo dopo le mie insistenze con l’operatrice telefonica del numero verde e col gestore che ha preso l’appalto dal Comune, ma la tabella dei punti, assegnati a seconda del materiale smaltito, è stata prontamente rimossa dopo la momentanea esposizione seguita alle mie proteste. A guadagnarci in tutto questo solo i commercianti locali che, pur avendo percepito contributi pubblici dall’amministrazione comunale, non offrono sconti di nessun tipo ai cittadini che diligentemente hanno smaltito il superfluo e che poi avrebbero dovuto ricevere l’accredito dei punti spettanti e invece, al massimo, hanno ricevuto un bigliettino provvisorio con un calcolo dei punti molto (ma molto) approssimativo.
Riprendo la salita e nei pressi della fontana dell’omonima via un signore m’informa che l’acqua dei tre “piscioli” è di dubbia qualità per via di probabili contaminazioni ma che l’altra, quella con lo stemma comunale e di cui avevo chiesto informazioni, è sicuramente buona. Preferisco non rischiare, anche perché lo zampillo del viale “d’a santa” è certamente potabile; devo solo percorrere qualche centinaio di metri in salita. Al limite ho pur sempre la mia borraccia di acqua non fredda che, forse, è anche meglio.
Non ce la faccio ad arrivare tutto d’un fiato al viale ma devo effettuare diverse soste. L’ultima di queste e più prolungata poco sotto la traversina che porta al monumento dell’ammiraglio Ruggiero di Lauria, che in seguito neanche ho avuto modo di sbirciare tanto ero preso dalla salita e dalla fretta di arrivare alla fontana “d’a santa”. Quando finalmente sto per arrivare l’amara sorpresa di trovare la strada interdetta per il solito raduno di motociclette della domenica. Sono costretto a percorrere il percorso alternativo molto più ripido. Ci mancava solo questa! Dopo l’ultimo sforzo sono in cima e finalmente posso rinfrescarmi allo zampillo d’acqua fredda; siedo alla panchina all’ombra e riprendo vigore. Intanto sono costretto ad ascoltare il rombo inutile, continuo e assordante delle moto che i proprietari mettono in bella mostra tutte le domeniche, proprio quelle rare volte che decido di mettere mano alla bici; misto a questo frastuono si ode la musica pompata a tutto volume. Nel rumore della manifestazione, prodotto dai motociclisti in circolo che esibiscono inutili quanto pericolose prodezze come accelerate a vuoto, impennate e guida in piedi su un lato della moto, il tutto sotto l’occhio (attento?!) delle forze dell’ordine e della Protezione Civile malamente impiegate, io mi chiedo, all’ombra della mia panchina, quali siano le finalità e i vantaggi in termini culturali di questi eventi più volte autorizzati dal Comune. Io avverto solo tanto inquinamento, acustico e ambientale, l’impossibilità di fruire di un bene pubblico quale è la strada, una diseducazione civica e lo sfoggio di beni di lusso in un periodo di forte crisi economica. Signor sindaco Antonio Pisani mi spiega perché autorizza questo genere di manifestazioni più di una volta all’anno e non si preoccupa invece di salvaguardare l’ambiente della cittadina che è chiamata a governare, richiamando chi di competenza al compimento del proprio dovere manutentivo e ispettivo???